I nostri impianti

Impianto di compostaggio Aerobico
Il primo impianto di compostaggio aerobico è andato a regime nel mese di dicembre 2014 per la produzione di ammendante compostato misto di qualità. Il processo di compostaggio si compone essenzialmente in due fasi: bio-ossidazione accelerata, nella quale si ha l'igienizzazione della massa: è questa la fase attiva (nota anche come high rate, active composting time), caratterizzata da intensi processi di degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili
maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza arricchendosi di molecole umiche: si tratta della fase di cura (nota come curing phase), caratterizzata da processi di trasformazione della sostanza organica la cui massima espressione è la formazione di sostanze umiche.
Il processo di compostaggio può riguardare matrici organiche di rifiuti preselezionati (quali la frazione organica raccolta dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata o i residui organici delle attività agro-industriali) per la produzione di un ammendante compostato da impiegare in agricoltura o nelle attività di florovivaismo, noto come "Compost di qualità".
Nel mese di marzo 2015 Calabra Maceri è diventata socio ordinario del Consorzio Italiano Compostatori a seguito dei controlli e delle verifiche di conformità dei competenti organi del CIC (rispettando gli standard previsti dal Regolamento CIC), con Iscrizione al “Registro dei Fabbricanti di fertilizzanti” in quanto fabbricante ai sensi del D. Lgs. 75/2010.
Nel 2016 si è registrato l’uso del Marchio l’Ammendante Compostato (TERRASANA BIO) prodotto presso l’impianto.

 



Impianto di biodigestione Anaerobico
Il biodigestore di Calabra Maceri, connesso alla rete nazionale del gas naturale di Snam per gli usi industriali, residenziali e per l’autotrazione, da Agosto 2018, e frutto di un progetto di Ricerca e Sviluppo, che ha portato alla realizzazione di una tecnologia nuova e altamente funzionale, ottenuta con la sperimentazione quotidiana del migliore processo, del migliore risultato, è stato il primo impianto nel Centro-Sud Italia. Un risultato raggiunto con investimenti incentrati al raggiungimento dell’ottimo, del processo più giusto per massimizzare l’utilizzo di della FORSU, trasformandolo in risorsa, ed estraendo dalla stessa, mediante il Biodigestore Anaerobico a Secco (Dry), Biometano da destinare all’autotrazione.
Il processo di recupero del rifiuto organico, procede con la trasformazione del digestato proveniente dal Digestore in compost di qualità mediante il trattamento di tale matrice, miscelata con del materiale strutturante, prima in “Biocella”, dove subisce un processo di biossidazione accelerata di degrazione e sanificazione del rifiuto e poi in “Platea ad aria insufflata” dove viene fatto maturare e trasformato in compost di qualità da destinare in agricoltura, sfruttando processi bio-chimici che riducono notevolmente l’impatto ambientale del processo (soprattutto in termini di emissioni odorigene). Tale processo chiude il ciclo virtuoso del recupero del rifiuto, conferendo in discarica solo una piccola percentuale di matrice non recuperabile, proveniente dai vari processi che subisce il rifiuto. La frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU), gli scarti alimentari e gli scarti agricoli, sono matrici organiche estremamente efficaci per la digestione anaerobica.
I processi anaerobici, possono essere considerati, e quindi classificati, sotto diversi punti di vista. In particolare, possono avere una o più fasi di processo, diversi regimi termici (Mesofilia o Termofilia) o per il tipo di rifiuto trattato. Il processo dry, completamente a secco, in cui la concentrazione in solidi è generalmente compresa tra il 25% e il 40%, non necessita di alcuna diluizione; Ciò non comporta significative variazioni dal punto di vista biochimico e microbiologico nel processo anaerobico ma necessita di particolari macchine per pre-trattare il rifiuto e di speciali sistemi di pompaggio e miscelazione.
Il processo utilizza un reattore cilindrico in cui il flusso a pistone prosegue orizzontalmente. Il moto di avanzamento del materiale trattato è assistito da un miscelatore a lenta rotazione posto internamente al reattore che omogeneizza il materiale trattato, lo degasa e risospende il materiale inerte grossolano.
L’impianto di Rende (CS) utilizza come matrice la frazione organica del rifiuto proveniente da raccolta differenziata (FORSU), al conferimento, il rifiuto viene trattato mediante macchine di pre-trattamento appositamente progettate, che lo de-plastificano e lo frantumano, senza utilizzo di liquidi aggiunti, preparandolo al processo di digestione anaerobica; l’organico pretrattato viene stoccato in una vasca di alimentazione, movimentato mediante un mix specifico e mediante una speciale pompa viene inviato al digestore dove completerà il processo di degradazione e produzione di biogas. Il Biogas prodotto subisce una serie di trattamenti, quali lavaggio e raffreddamento, e poi viene inviato alla sezione di Upgrading dove verrà trasformato in Biometano che dopo i particolari controlli e misurazioni verrà immesso nella rete SNAM e destinato all’autotrazione.
Il digestato in uscita dal digestore viene invece inviato allo scarico in un capannone dedicato dove subisce una miscelazione con materiale strutturante e poi inviato alle “Biocelle” dove subisce un processo di biossidazione accelerata di degrazione e sanificazione del rifiuto e poi inviato in “Platea ad aria insufflata” dove viene fatto maturare e trasformato in compost di qualità da destinare in agricoltura, sfruttando processi bio-chimici che riducono notevolmente l’impatto ambientale del processo (soprattutto in termini di emissioni odorigene). Tale processo chiude il ciclo virtuoso del recupero del rifiuto, conferendo in discarica solo una piccola percentuale di matrice non recuperabile, proveniente dai vari processi che subisce il rifiuto.
L’impianto di Rende (CS):
-    Tratta 50.000 ton/a di FORSU
-    Immette in rete SNAM 4.200.000 Sm3/a di Biometano
-    Produce circa 8.000 ton/a di Compost di Qualità